Città Metropolitana Napoli

Parco Verde di Caivano, Salicelle di Afragola e altre periferie difficili: 243 ragazzi a rischio recuperati alla scuola e al lavoro con il Progetto “Esserci nel Quartiere” della Città Metropolitana

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Questa mattina, nel corso di un Convegno tenutosi nell’aula consiliare di Santa Maria la Nova a Napoli, sono stati presentati i risultati del Progetto realizzato dalla Città Metropolitana in partnership con i Comuni di Napoli, Caivano, Giugliano, Afragola, Marigliano e Castello di Cisterna e con operatori del terzo settore nell’ambito del PON Legalità 2014 – 2020. Attraverso metodologie innovative, i ragazzi, per lo più NEET, sono stati ‘agganciati’ nei loro luoghi di vita, ancorché a rischio, e accompagnati attraverso dei Piani individualizzati al completamento dei percorsi di studio o all’orientamento e alla formazione professionale. Presenti il Procuratore Capo del Tribunale per i Minorenni, Maria de Luzenberger, i Sindaci dei comuni interessati, Consiglieri metropolitani, esperti e operatori del settore. 

Dovevano essere 217, alla fine sono stati 243 i giovani e gli adolescenti che hanno partecipato con successo al Progetto “Esserci nel Quartiere”, il percorso di inclusione sociale e lavorativa che ha riguardato particolari categorie di ragazzi a rischio devianza realizzato dalla Città Metropolitana di Napoli in partnership con i Comuni di Napoli, Caivano, Giugliano, Afragola, Marigliano e Castello di Cisterna e con operatori del terzo settore nell’ambito del PON Legalità 2014 – 2020.

Il Progetto ha consentito, attraverso una serie di azioni tese a favorire l’inclusione sociale e la diffusione della legalità, a ragazzi dai 14 ai 25 anni che vivevano situazioni di particolare disagio e rischio nei quartieri periferici dei Comuni interessati, rispettivamente San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, il Parco Verde, Casacelle, il Rione Salicelle, Pontecitra e il Parco Enrico De Nicola, di poter recuperare il proprio percorso di vita attraverso la conclusione del ciclo di studi, la formazione professionale o l’avviamento al lavoro, ciascuno secondo le proprie inclinazioni.

L’obiettivo, raggiunto, del Programma, i cui risultati sono stati presentati oggi nel corso di un Convegno tenutosi questa mattina presso l’aula consiliare del Complesso monumentale di Santa Maria la Nova a Napoli, è stato quello di prevenire il possibile inserimento di tali ragazzi in situazioni di illegalità costruendo per loro percorsi positivi di emancipazione sia sotto il profilo scolastico che professionale.

 

Lo scenario

“Nelle aree periferiche della Città Metropolitana di Napoli si registra, tuttora, per una serie di scelte – ha affermato il Consigliere Metropolitano Delegato ai Fondi comunitari e nazionali per le politiche di coesione, Giuseppe Sommese, che ha aperto i lavori – una sacca di marginalità sociale. Nelle periferie si riscontrano titoli di studio più bassi, una precoce uscita dal sistema di istruzione e formazione e quindi più NEET, ovvero più ragazzi che non studiano, non lavorano né frequentano corsi di formazione. Situazioni spesso caratterizzate da esperienze di vita difficili, segnate da disgregazione o disagio familiare, difficoltà economiche, gravi forme di precarietà abitativa, forti carenze culturali, con una condizione di grave disagio minorile e un elevato rischio di devianza. In alcuni quartieri di Napoli i NEET raggiungono il 58,8% della popolazione giovane, mentre la disoccupazione giovanile, in città, viaggia intorno al 60% e l’indice di permeabilità mafiosa, in Campania, si attesta al 61,21%, con punte altissime proprio nell’area metropolitana partenopea. Con questo Programma abbiamo cercato di invertire la rotta e vogliamo continuare in questa direzione”.

La metodologia progettuale. Dall’aggancio al PIAE

Grazie al finanziamento di tre milioni di euro assegnato all’Ente in esito a un bando nell’ambito del PON Legalità, la Città Metropolitana – insieme con i Comuni partner e con gli operatori sociali aggiudicatari del servizio – ha messo in campo una metodologia innovativa che ha portato a risultati sorprendenti, specie se inseriti in contesti sociali e ambientali di particolare complessità quali quelli che hanno costituito lo scenario degli interventi.

Il primo passo è stato, infatti, quello di ‘agganciare‘ le ragazze e i ragazzi a rischio attraverso azioni di strada e prossimità direttamente nei loro spazi di vita e di relazione, per quanto a rischio, grazie alla comparazione di informazioni dei servizi sociali, delle istituzioni scolastiche, delle parrocchie. Successivamente si è proceduti con la presa in carico non solo dei giovani beneficiari ma anche del contesto familiare e di vita.

Dopo una fase di ascolto e di conoscenza, mirata soprattutto ad acquisire la fiducia dei singoli destinatari, insieme con loro si è arrivati all’elaborazione di “Piani individualizzati di accompagnamento educativo” (PIAE) finalizzati al reinserimento scolastico, sociale e lavorativo. Piani, cioè, modellati sulla base delle esigenze, delle inclinazioni, delle prospettive e dei desideri dei singoli beneficiari, che hanno previsto il coinvolgimento di una rete di attori, vere e proprie “comunità educative” costituite, da un lato, da istituzioni scolastiche, parrocchie, oratori, centri sportivi, servizi del terzo settore e del volontariato e, dall’altro, dalle risorse territoriali come imprese, botteghe artigiane, operatori della cultura e dello spettacolo.

Seguiti da tutor individuali, i beneficiari sono stati, così, avviati alle attività programmate, che hanno portato, nella stragrande maggioranza dei casi, nell’arco dei 24 mesi in cui il progetto è stato articolato al raggiungimento degli obiettivi previsti.

 

I dati

Nel corso del Convegno – che, moderato da Salvatore Del Giudice, giornalista della Città Metropolitana, ha visto alternarsi gli interventi, tra gli altri, di Maria de Luzenberger, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Paola Coronella, Giudice presso il medesimo Tribunale, Amedeo Manzo, Presidente della Banca di Credito Cooperativo, Dario Bacchini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università Federico II di Napoli, Massimo del Vasto, Responsabile unico del procedimento per la Città Metropolitana di Napoli, delle Assessore del Comune di Napoli Chiara Marciani e Maura Striano, dei Sindaci dei Comuni interessati e di esperti del terzo settore come Cesare Moreno – sono stati presentati i dati dei sei percorsi in cui si è suddiviso il progetto, uno per ogni Comune interessato, e che ha coinvolto, complessivamente circa 70 tra coordinatori, educatori, facilitatori, esperti di laboratorio.

In totale, dei 243 destinatari del Progetto, 92 sono stati accompagnati con successo nei loro corsi di studio, arrivando al completamento della licenza elementare o media o al conseguimento della maturità, di cui una ragazza con una valutazione di 100/100, un ragazzo si è iscritto all’università, mentre 4 sono stati i bocciati; 75 sono, invece, gli adolescenti e i giovani inseriti in percorsi di istruzione e formazione professionale; 72 i beneficiari avviati al lavoro o orientati professionalmente.

Al Convegno sono intervenuti anche i Consiglieri Metropolitani Domenico Esposito Alaia e Marianna Salierno, il Presidente della Commissione Anticamorra della Regione Campania, Carmine Mocerino, rappresentanti della Prefettura e della Questura di Napoli.

Nel corso del Convegno i ragazzi beneficiari hanno messo in scena una performance preparata  nell’ambito del Progetto insieme con il laboratorio teatrale dei Maestri di Strada, una piece ispirata a un pezzo di Raffaele Viviani.

DATI COMUNE PER COMUNE

Il caso Napoli

Nel capoluogo si è partiti dai dati dell’ultimo quinquennio rilevato che rendevano un tasso di studenti dispersi del 34%, un tasso di disoccupazione giovanile al 67,5% e quello dei NEET al 58,8%. Si è intervenuti nei quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli. In alcuni casi gli interventi hanno riguardato anche giovani sottoposti a percorsi di reinserimento sociale e riparativo deciso dai giudici titolari dei loro procedimenti penali, coinvolgendo anche i Centri per i Servizi Sociali e l’USSM del Tribunale per i Minorenni di Napoli

Su 98 destinatari previsti, Napoli è stata quella che ha fatto registrare il maggior incremento di beneficiari: alla fine, infatti, sono stati 121 i giovani che hanno preso parte alle attività.

I risultati ottenuti raccontano di 19 ragazzi che sono stati accompagnati alla licenza media, 5 alla maturità, 32 promossi all’anno successivo scuola superiore di secondo grado, 6 bocciati di cui due reinseriti in percorsi formativi/educativi, 48 inseriti in percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), 11 NEET inseriti in percorsi di tutoring e orientamento lavorativo, un giovane iscritto all’università.

Il Parco Verde di Caivano

Sotto le luci dei riflettori in questo periodo per i recenti accadimenti che hanno coinvolto ragazzine in tenera età e per la risposta delle istituzioni, nell’ambito del Progetto si è lavorato particolarmente con scuole, Chiese e associazioni presenti nel territorio.

Al termine del percorso, per quattro minori è stata prevista l’attivazione di tirocini formativi professionalizzanti, per 9 quella di attività laboratoriali, per 7 attività di istruzione parentale per l’accompagnamento e la preparazione al conseguimento della licenza media, due minori iscritti all’Istituto Comprensivo De Gasperi e 3 all’I.C. Parco Verde. Per un solo ragazzo è stata prevista la partecipazione all’associazione sportiva calcio “Boys Caivanese” e il supporto scolastico.

I risultati, dunque, ottenuti nei 2 anni del progetto sono stati: 15 ragazzi che hanno conseguito la licenzia media, 5 hanno superato gli anni scolastici e altri 5 sono stati orientati professionalmente.

Il Quartiere Casacelle a Giugliano

Giugliano presenta un numero elevatissimo, rilevato presso il locale Centro per l’Impiego, di disoccupazione giovanile riferita alla fascia d’età 16 – 35 anni, pari a 35mila unità.

Nel Rione Casacelle sono stati 38 gli interventi educativi effettuati (rispetto ai 35 previsti): 5 giovani hanno preso parte ai tirocini attivati presso altrettante aziende del territorio, 18 al corso di operatore al servizio bar, 11 a quello di truccatore dello spettacolo e 4 a quello di competenze digitali, con inserimento per tutti in percorsi professionali.

Afragola, Rione Salicelle

Sui 21 partecipanti al Progetto, al Rione Salicelle di Afragola 9 sono stati indirizzati a percorsi di IeFP (6 hanno frequentato il corso di estetica e 3 quello di acconciatore), mentre 8 sono stati orientati professionalmente (uno è diventato coordinatore amministrativo, 2 operatori per l’infanzia, uno assistente in uno studio di odontotecnico e 4 esperti di onicotecnica). Agli altri 4 è stato fornito supporto scolastico, consentendo a 2 di loro di arrivare alla licenza elementare e agli altri 2 alla licenza media.

Marigliano, Rione Pontecitra

Ventuno, come da programma, i beneficiari degli interventi nel Rione Pontecitra a Marigliano. Anche qui, come a Caivano, attivazione di tirocini formativi professionalizzanti, di attività laboratoriali e di istruzione parentale con ragazzi che hanno completato gli studi o sono stati avviati a percorsi professionali.

Il Parco Enrico De Nicola a Castello di Cisterna

Nel piccolo comune del Nolano si registra complessivamente un alto tasso di disoccupazione soprattutto tra i giovani e le donne, ma a colpire di più è la differenza tra il tasso di scolarità tra gli originari del paese, che è elevato, e le famiglie trapiantate, provenienti dalla periferia più degradata di Napoli, con bassa scolarità e depressione scolastica. L’ambito di riferimento è stato individuato proprio nel posto in cui queste ultime famiglie vivono, il Parco Enrico De Nicola, costituito da 5 edifici ex legge 219, casermoni del post terremoto dove vivono 250 nuclei familiari, la maggior parte dei quali dediti ad attività illecite, ad alto tasso di criminalità organizzata. Insieme al Parco Cisternina, è annoverato tra le maggiori piazze di spaccio dell’entroterra nord-orientale di Napoli.

Sono stati, pertanto, individuati, 21 destinatari tra i 14 e i 25 anni. Cinque hanno superato gli anni scolastici, di cui una ha conseguito la maturità con una votazione di 100/centesimi, 3 hanno conseguito la licenza media, 2 sono stati indirizzati a frequentare un corso regionale per il proseguimento dell’obbligo scolastico, uno frequenta uno stage presso un’azienda locale, mentre 10 destinatari sono stati orientati professionalmente.

 

Redazione

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