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Bonaccini indagato, Gambarini (Cambiamo!): “Noi garantisti ma Bonaccini chiarisca la sua posizione”

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PARMA, 27 gen. – “A distanza di un anno delle elezioni regionali, veniamo a conoscenza di questa indagine che coinvolge il presidente Stefano Bonaccini. Ricordiamo bene l’episodio e le presunte pressioni al sindaco di Jolanda di Savoia e riteniamo corretto che questi fatti vengano approfonditi da chi di dovere. Chiediamo a Bonaccini di chiarire pubblicamente, oltre che in tribunale, la sua posizione perchè gli emiliano romagnoli meritano di conoscere la vicenda. Per quanto ci riguarda, siamo e rimaniamo garantisti e attendiamo l’esito delle indagini che appureranno se le presunte pressioni di Bonaccini siano state un reato oppure no. Al di là dell’aspetto giudiziario non possiamo non sottolineare che questa vicenda dimostra ancora una volta quali difficoltà debba vivere chi in Emilia Romagna si occupa della cosa pubblica senza essere organico al sistema di potere della sinistra”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, coordinatore regionale di Cambiamo!

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Ferrara con l’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta riguardante le presunte pressioni denunciate dal sindaco di Jolanda di Savoia Paolo Pezzolato alla vigilia delle elezioni regionali del 2020.

Il primo cittadino del comune ferrarese aveva presentato un esposto ai carabinieri sostenendo che Bonaccini, all’epoca presidente uscente e candidato della coalizione di centrosinistra, avesse esercitato “pressioni improprie” per danneggiare indirettamente l’amministrazione comunale di Jolanda, che in quel momento si trovava in difficoltà nell’erogazione di alcuni servizi alla cittadinanza.

Per far fronte a questi problemi, il sindaco Pezzolato aveva chiesto ad alcuni enti locali limitrofi la possibilità di utilizzare temporaneamente in modo condiviso alcuni dipendenti comunali, ma si era visto negare (o revocare, dopo un’iniziale disponibilità) dai rispettivi sindaci questa opportunità, attribuendo la colpa di questi dinieghi e dietrofront proprio a un’azione di persuasione “dietro le quinte” dello stesso Bonaccini nei confronti dei primi cittadini del Delta.

Il movente, secondo il sindaco di Jolanda di Savoia, sarebbe da individuare in una sorta di “ripicca” per la scelta di Elisa Trombin, ex sindaca del comune ferrarese (e attuale vice di Pezzolato) alla quale Bonaccini aveva chiesto di entrare da civica nella sua lista e che invece aveva deciso di candidarsi con il centrodestra a sostegno della leghista Lucia Borgonzoni, principale sfidante di Bonaccini per la carica di presidente della Regione Emilia-Romagna.

Pezzolato aveva allegato all’esposto anche la registrazione di una telefonata intercorsa con Bonaccini nella quale quest’ultimo non avrebbe nascosto il proprio disappunto per la decisione di Elisa Trombin: “La cosa che dico solo – si sente nell’audio della conversazione – è che dal candidarsi con me al trovarsela di là… chiaro che dopo allora c’è un giudizio. Se per caso vinco io, come è probabile, dopo però non mi cercate più”.

Frasi che il sindaco jolandino ha percepito come pressioni improprie da parte di Bonaccini, associando a questo “avvertimento” pre-elettorale anche la successiva decisione dei sindaci confinanti di rispondere negativamente alle richieste del suo Comune.

Gli atti dell’esposto sono stati poi inviati per competenza territoriale alla procura di Ferrara, che ha aperto un’inchiesta: il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Ciro Alberto Savino, ipotizza a carico di Bonaccini il reato di abuso d’ufficio e ha portato ad ascoltare in procura una trentina di persone, tra cui anche i tre sindaci dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi (Copparo, Tresignana e Riva del Po), anche se le indagini sono tuttora in corso.

 

Redazione

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