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Il senso vero del Natale nel musical ‘O’ viaggio’, uno spettacolo del Teatro Italia di Acerra per augurare buone feste

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Il Teatro Italia di Acerra produce ‘O’ viaggio’, il musical scritto, interpretato e diretto da Luciano Medusa, per augurare in prosa ‘Buon Natale’. Le coreografie di Margherita Veneruso, gli arrangiamenti musicali di Gaetano Campagnoli, le scene di Giovanni Fatigati e Luciano Veneruso, insieme ai costumi della sartoria Astro di Pietro Rocco, rendono magica una messa in scena che ha vissuto il suo debutto il 22 dicembre ed è pronta a replicare il 26, alle 19.30, nella giornata di Santo Stefano.

Lo spettacolo musicale che si predispone a diventare un appuntamento per le feste di ogni anno, firmato Teatro Italia, gode dell’interpretazione corale della Stabile del Teatro, compagnia formatasi quest’anno, con la presenza di Sara Medusa, vocal coach ed interprete principale dello spettacolo nei panni di Maria; Enrico Gargiulo nel ruolo di Giuseppe; Luca Gaeta, Maria D’Andrea, Giusy De Sena, Antonio Ferrara, Emanuela Ippolito, Luciano Medusa, Pierluigi Paparo, Francesca Patriciello, Francesco Perretta e Luisa Solombrino.

O’ viaggio insegna a teatro la dolcezza, invita a fermarsi, a prestare orecchio meravigliandosi. Il tutto avviene tra danza, canto, musica e recitato, per ricordarci che le nostre radici affondano in quell’anno zero che ha cambiato il mondo. Betlemme incontra allora Napoli nell’uso di un napoletano vernacolare. Il pretesto temporale accende i riflettori sull’attesa del Re e la reazione del popolo alla sua venuta. “E tiempe so’mature pe capì qual é o’viaggio”, recitano i protagonisti in scena, così che Maria e Peppino,  attendono il tempo del matrimonio, anche se devono fare i conti con le tasse imposte dal re.

Il testo scritto circa quarant’anni fa da Medusa, ha una sua freschezza ed attualità perchè Gesù è il Verbo senza tempo e la lotta degli uomini onesti contro le imposizioni violente, continua ad essere vinta dal senso di fratellanza che è chiave di lettura univoca per non soccombere ai tempi correnti, lasciando prevalere il senso di umanità.

Il regista inserisce degli elementi di novità nel viaggio di Maria e Giuseppe, alla volta del censimento stabilito dal re. Gabriele è sì un arcangelo, ma si presenta in veste di indovino che dá lettura al presente e al futuro di ogni personaggio, indirizzandolo verso valori autentici. Nell’ incrocio con Maria le rivela che per quanta felicità troverà, tanto dolore proverà. Il suo destino sarà pieno di ringraziamento per il figlio che metterà al mondo e sarà re. Una giovane Maria interpretata con candore da Sara Medusa, sceglie dunque di sposare l’adulto Peppino, che resta stupito dalle pressioni della ragazza di contrarre matrimonio. Il sogno di Gabriele lo convincerà a prendere moglie e a mettersi in cammino, esortando i compagni a scoprire la bellezza della parola ‘famiglia’. C’è infatti sacralità in ogni nucleo familiare che si costituisce; ogni padre è Giuseppe ed ogni madre è Maria, chiamati a dare vita ad una comunità d’amore.

Il perfetto gioco di luci giostrato da Gennaro Nigro e Vincenzo Puzone, illumina la scena trasformandola in natura viva con le sue bellezze e con la sua profondità. Traccia la scia di quella Cometa che induce un gruppo di pastori e fanciulle a farsi presepe e contemplare il mistero dell’amore che vive nella fanciullezza. Il Re dei Re è povero; costretto a nascere in una baracca che prende il posto della mangiatoia, mentre una mendicante che ne è proprietaria, sfamata con un tozzo di pane, l’ultimo di Giuseppe e Maria lungo il viaggio, insegna che è dando che si riceve davvero, sempre e comunque. Due angeli svolazzanti sui tessuti, offrono coreografie delicate e leggiadre alla nascita di Gesù Bambino. La danza aerea dona magnificenza ad una regia curata in ogni dettaglio, con scenografie parlanti per quanto sembrano reali.

‘O viaggio è uno spettacolo imperdibile che dona sacralità al Natale; lo umanizza senza depauperarlo della sua profonda essenza, pronta ad esplodere tutta nella scena della nascita che provoca brividi e commozione nella sua bellezza, data dal gioco delle ombre cinesi. La Stabile del Teatro, cimentatasi in una prova artistica completa, dà saggio di bravura nel rispettare, con mimica e voce, l’intenso mistero del primo Natale della storia.

Foto di Arturo Favella

 

Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.