Regione Campania

Pro Loco: il consigliere Volpe propone la modifica alla legge regionale sul turismo. «In Campania sono 556 su 554 Comuni e sono fondamentali»

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«556 realtà su 554 Comuni che agiscono a favore del luogo: meritano maggiore attenzione». Il consigliere Andrea Volpe propone la modifica alla legge regionale sul turismo.

Napoli, 24 aprile 2024  Il sistema italiano delle pro loco ha un forte impatto socioeconomico, che genera ricchezza e stimola le economie locali. In Campania ne esistono 556 su 554 Comuni e sono realtà fondamentali per la promozione turistica: valorizzano, esaltano e rilanciano le eccellenze dei territori. Le funzioni loro attribuite e il grande apporto in termini di coesione sociale contribuiscono in maniera decisiva a migliorare la qualità della vita delle comunità locali oltre che per i visitatori.
Parte da qui Andrea Volpe, consigliere regionale del gruppo consiliare Partito Socialista Italiano – Campania Libera – Noi di Centro – Noi Campani, che ha firmato e depositato una modifica alla legge sul turismo che riguarda queste associazioni senza scopo di lucro formate da volontari che si impegnano in attività volte alla promozione dei luoghi, alla scoperta e alla tutela delle tradizioni locali, alla valorizzazione dei prodotti e delle bellezze del territorio.
«Comunità nelle comunità e per le comunità: le pro loco costituiscono un punto di riferimento. In Italia, negli ultimi vent’anni, il loro numero è raddoppiato, mostrando come le stesse rappresentino un modello vincente e convincente, per nulla obsoleto, in grado di soddisfare la volontà dei cittadini di agire a livello locale a favore della società e a difesa dei suoi valori più genuini», spiega Volpe.
Più nel dettaglio, secondo Volpe, se la Regione Campania, con la legge regionale 8 agosto 2014, n. 18 “Organizzazione del sistema turistico in Campania” al Capo V, ed in particolare con gli articoli 23, 24 e 25 ha voluto riconoscere il ruolo delle Pro loco, questo intervento normativo non basta a dare il giusto valore a queste forme associative presenti anche nei Comuni più piccoli delle aree interne che meritano più attenzione e più risorse.
Da qui la richiesta di una modifica alla normativa perché valorizzi tali realtà. Più rete e meno burocrazia: «Un modo per mettere al centro del dibattito politico un tema importantissimo e capire, insieme ai colleghi e a tutte le parti interessate, come sostenere il processo che regolamenta le Pro loco e come snellire i procedimenti burocratici collegati. Lungaggini per un mondo silenzioso di volontari che implica un dispendio di tempo e risorse. Questa legge è anche l’occasione per stimolare la partecipazione e prevedere la loro inclusione ai bandi», conclude Volpe.
La volontà è quella di valorizzare l’impegno di queste sentinelle del territorio, nella loro azione continua di animazione turistica e promozione delle risorse naturali, ambientali, artistiche, storiche, culturali folkloristiche, sociali ed ambientali dei luoghi regionali.
I DATI Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Associazione artigiani e piccole imprese (CGIA) di Mestre-Centro Studi Sintesi, il sistema delle pro loco rappresenta un vero e proprio fenomeno tipicamente italiano caratterizzato da circa 6.300 associazioni di categoria, in media 0,79 per ogni Comune, e da oltre 300.000 volontari. Tra queste associazioni, circa 4.700 sono impegnate nella valorizzazione e nella gestione del patrimonio locale materiale, 5.500 svolgono attività di comunicazione e di promozione delle attività locali e il 57% cura la gestione dell’ufficio informazioni turistiche del Comune in cui sono costituite. Inoltre, il 57% delle associazioni pro loco realizza interventi di sostegno o di solidarietà sociale, l’81% collabora con le amministrazioni pubbliche, il 36% organizza rievocazioni storiche, il 53% realizza mostre d’arte e il 20% gestisce o partecipa alla gestione di musei, siti archeologici e biblioteche.
LA STORIA La nascita delle pro loco risale alla fine dell’Ottocento quando iniziarono a nascere dei comitati cittadini che nella denominazione adottavano la preposizione «pro» davanti al nome della località dove operavano. Nei primi anni del Novecento iniziarono a diffondersi in tutto il territorio nazionale, ma ben presto il secondo conflitto mondiale arrestò le loro iniziative. Con la fine della guerra queste associazioni ripresero la loro costante proliferazione e con il decreto del Ministro del turismo e dello spettacolo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 22 del 27 gennaio 1965, fu istituito l’albo delle associazioni pro loco, presso il medesimo Ministero del turismo e dello spettacolo. Ancora oggi sono regolate da leggi regionali diverse e sono finanziate da tali enti in misura diversa.
Più forza dunque alle Pro Loco e ai loro soci, una rete nazionale e un sistema, quello dell’UNPLI, che le rappresenta e le assiste, rendendole, in molte aree della Campania, promotori turistici straordinari e spesso grande risorsa per il territorio nel quale insistono.

 

Redazione

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