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Martedì 4 Aprile 2023, alle ore 17.00 presso Gallerie d’Italia, Sala Grande, in Via Toledo, 177 a Napoli presentazione di “Monadi al Davanzale” di Egidio Carbone Lucifero ed “Uomini e Uomini” di Fortunato Calvino

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Martedì 4 Aprile 2023, alle ore 17.00 presso Gallerie d’Italia, Sala Grande, in Via Toledo, 177 a Napoli Antonio De Rosa ed Edizioni MEA in collaborazione con AvanpostoNumeroZero presentano nell’ambito della rassegna “Libri e questioni di spettacolo” promossa da Francesco Cotticelli:

Monadi al Davanzale  di Egidio Carbone Lucifero ed Uomini e Uomini di Fortunato Calvino, che saranno presenti.

Si tratta del secondo e del terzo numero della collana editoriale dedicata interamente al teatro contemporaneo Linea Rossa curata da Antonio De Rosa.

Non è un atto con il quale cambiamo o cambieremo il mondo dell’arte o dello spettacolo – dice De Rosa –  ma lanciamo una goccia di bellezza, questo è certo, nel mare dell’inerzia chiamata bruttura, vanità come tutto ciò che intorno spinge. Vogliamo fermamente che i colori dell’anima viva dell’anagramma “ATTORE” – “TEATRO” restino a dar luce, e non essere orme… ma tracce indelebili su tavole.”

Il volume di Egidio Carbone Lucifero è composto da tre testi inediti “Vito Carnale (Centripeta)” “Lucifero e la Signora” e “La Bufaliera”, .

In  “Vito Carnale (Centripeta)” Vito Carnale è un uomo insolente, aspro. Patetico. Combina le parti del suo sé scisso, in modo imprevedibile, sfrontato, inclemente, rude, ironico. Una pluralità felicemente dissennata. Vito Carnale è l’essenza spietata e sovversiva dei margini della vita.

In “Lucifero e la signora” sette Destrudo si ritrovano a indagare intorno ad un odore sospetto. L’intrigo si dipana in un luogo ideale e intreccia una storia senza tempo tra imputazioni e alleanze cangianti, torture materiali, dubbi irrisolvibili e assenza di riferimento.

Ne “LaBufaliera” Chiusi tutti ne La Bufaliera. Un intrigo molteplice, plurale, recluso in un recinto di bestie cornute, corpulente , brutali. Una famiglia e un branco di averi umani intestarditi a manipolare l’immanipolabile. Esseri disumani decadenti, dalle virtù bestiali.

Il volume di Fortunato Calvino è composto da due testi tra i più rappresentativi della sua drammaturgia e un inedito mai messo in scena.

In “Cuore nero” Calvino parla nel suo “Cuore nero” dell’amore proibito di due ragazzi “di mala”. Ed è dolore forte per incompiute scelte che si fanno largo nei loro cuori “neri”.

In “La resistenza negata”, quando a Napoli infuriava lo scontro fra gli americani appena arrivati in città e i tedeschi in ritirata, Calvino sceglie un nucleo di persone la cui presenza nel combattimento è stata trascurata dalla Storia: le donne e i femminielli.

In “Vita breve delle farfalle”, sposato e padre di figli, Peppe torna dopo tre anni di carcere a casa. Emerge un inaspettato rapporto d’amore fra l’uomo ritornato dal carcere e il suo compagno di prigionia Ciro, anch’egli scarcerato.

Interverranno: Mariano D’Amora, direttore comitato scientifico Linea Rossa, Mimmo Basso, direttore operativo Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, Gabriele Russo, condirettore Teatro Bellini di Napoli.

Letture a cura di: Adriano Fiorillo, Rodolfo Fornario, Rossella Di Lucca, Luca Lombardi, Emilio Massa, Anita Mosca, Rita Montes, Loretta Palo, Antonella Quaranta, Patrizia Spinosi.

I disegni di copertina sono dellartista Alberto Letizia.

“Una Collana sul teatro è sempre necessaria e utile – afferma Calvino – per i ricercatori per le generazioni future: un lavoro teatrale va portato in scena, confrontandosi con un pubblico, che spettacolo dopo spettacolo riconoscerà l’autore, approfondirà le sue tematiche e se lascerà nella memoria di quel pubblico un ricordo, avrà un futuro di nuove rappresentazioni. E se non ci saranno filmati, foto ma solo ricordi il valore della pubblicazione diventa oltre che utile, necessaria per poterlo di nuovo essere rappresentato. Una collana di testi teatrali come “Linea rossa”, che presta attenzione alle generazioni presenti e a quelli che si stanno avviando per essere i “drammaturghi” del domani, fan ben sperare sul futuro del teatro. Una collana di testi teatrali è anche, la visione del mondo, è la stessa vita che si trasferisce nelle pagine di un libro. E il passo da quei fogli al palcoscenico è breve.”

“Ho scritto del silenzio strangolato dal chiasso ostentato dalle parole – dice Carbone – ho affidato a dei non-personaggi, il senso occulto della mia incapacità di sgomitare, della mia povertà di eventi esteriori, della mia non volontà di riconoscermi in me stesso. Ho un inconscio abile a depistare e seminare sistematicamente il conscio, tanto da far perdere ineluttabilmente le sue tracce. Una vita così povera di circostanze esterne, tanto da rimanere fagocitato dalle esperienze interiori e di avere la sensazione d’essere senza esserci. Vivo dove non si scruta, solo a volte soffro di solitudine, come una monade al davanzale.”

 

Redazione

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