Attualità

Dpcm Natale, tra vanaglora di Conte e dissenso del popolo

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Anna Tortora

Conte è convinto che questo suo modo arrogante lo porterà lontano. Invece non ha capito che il potere, quello vero, è conquistare i cittadini. Non la loro obbedienza, non la loro paura, non il loro interesse, ma il loro cuore.
Perché è questo che farà di un uomo un  grande Premier, nonostante tutto e tutti.
A Natale, un tempo, si diventava più buoni. Ora si è più falsi. Non ne faccio una questione politica la mia è una riflessione che va oltre qualsiasi polemica in questo senso.
“Oltre un certo limite, la propaganda si ritorce contro chi ne abusa. Giuseppe Conte parla di ‘risultati significativi’: ‘Le misure stanno funzionando’  dice. Lo dice nel giorno in cui sono morte quasi 1000 persone e dopo che l’Oms ha certificato che l’Italia è il quarto Paese a mondo per numero di contagi. Peggio di USA e Brasile.
Una retorica tanto falsa quanto insopportabile, accompagnata da una rigidità inspiegabile, se non con i sensi colpa per le sottovalutazioni dei mesi passati. Impedire ai figli di trascorrere il Natale con gli anziani genitori che vivono in un Comune diverso dal loro appare a dir poco eccessivo”.
Andrea Cangini

I Dpcm di Conte sono illiberali, non è possibile che in dieci mesi, a colpi di dirette, non si è fatto nulla. È ora di mettere le cose in chiaro.
“Se vivono in un altro Comune, anche a due curve di distanza, non si può andare a fare Natale con i propri genitori. Nemmeno se anziani, nemmeno se soli, nemmeno se nonni che vorrebbero vedere i nipoti almeno quel giorno. Non sono solo stalinisti, sono pazzi. Come ci ha insegnato il padre del liberalismo John Locke, è ora di “appellarsi al cielo” e rivoltarsi contro un governo tiranno. Altrimenti, si è complici”
Giovanni Sallusti

La gente si lamenta per i contenuti del nuovo Dpcm.
“È tarda sera ma sono ancora in ufficio. Sapete cosa sono questi fogli sul mio tavolo? Mail, centinaia di mail, arrivate da tutta la Liguria e l’Italia, scritte da uomini e donne che non potranno trascorrere il Natale con gli affetti più cari, dopo che il Governo ha unilateralmente deciso di chiudere i comuni per le feste. Più le leggo e più mi rendo conto che quello arrivato da Roma è un provvedimento a tratti incomprensibile, per svariati motivi. Intanto la Liguria ha l’indice Rt più basso d’Italia, gli indicatori sono in costante miglioramento e di questo bisognava tenerne conto, anche perché se abbiamo questi risultati è perché per primi abbiamo preso provvedimenti e fatto sacrifici. I cittadini si sono impegnati proprio per avere un po’ più di libertà a Natale. Come bisognava considerare il fatto che il nostro Paese è fatto da tanti piccoli comuni, che si trovano magari a 300 metri di distanza, divisi da una simbolica linea di confine. Questo pasticcio creerà l’ennesima spaccatura tra gli italiani, che si divideranno e scontreranno tra chi vive nelle grandi città, con i suoi affetti, e trascorrerà un Natale in famiglia, e chi abita in un piccolo comune e rimarrà solo. E poi: il Covid è pericoloso il 25 e 26 dicembre mentre gli altri giorni no? Lo sapete che molti italiani mi stanno scrivendo che partiranno prima del 21 dicembre e torneranno dopo il 7 gennaio? Questo non alimenterà il contagio? Insomma bisognava tenere conto di tante cose: dell’Italia, degli italiani, delle nostre tradizioni, dei nostri affetti, della nostra economia già in crisi. Per questo spero vivamente che il Governo su certi punti ci ripensi e che possa cambiare qualcosa dopo la discussione in parlamento. Lo chiedono i tanti italiani che ogni giorno lottano contro il virus proprio per tornare a una vita il più normale possibile. Quelle persone che mi hanno scritto e che mi stanno scrivendo di cui voglio farmi portavoce. Io sono con voi!”
Giovanni Toti

Non è la questione del Natale per far baldoria, è il principio totalmente assurdo con cui il Governo sta andando avanti da dieci mesi.
“La cosa che colpisce di più, nelle misure per il Natale sovietico, è la loro totale inutilità. Ormai il governo procede con questa strategia: non fare nulla di ciò che serve (su ospedali e trasporti siamo sempre allo stesso punto), vessare i cittadini e torturarli psicologicamente con un combinato di terrorismo (morirete atrocemente), minacce (se non fate i bravi vi sequestriamo) e sensi di colpa (d’estate vi siete divertiti, ecco il risultato). Ma è preoccupante che in tantissimi abbiano maturato una sorta di sindrome di Stoccolma”.
Alessandro Rico

Passate le feste natalizie e scongiurati i contagi, cosa accadrà?
“Un mese fa, i ‘sacrifici’ servivano per trascorrere ‘un Natale sereno’. Adesso il Natale sovietico serve per evitare la terza ondata. A gennaio ci diranno che ci vogliono restrizioni in vista del carnevale? Poi che s’inventeranno sul vaccino? Che la protezione non dura abbastanza, che non bisognerà abbassare la guardia, che non si può votare manco nel 2023 perché c’è il Covid?”
Alessandro Rico
Per non parlare della gestione migratoria fuori controllo.
“Sull‘immigrazione l’Europa ha molte colpe, ma ora ci chiede – a ragione – un maggiore controllo dei confini, perché il Mediterraneo è anche Il confine comunitario, e sui barconi degli scafisti viaggiano non solo migranti irregolari, ma anche il Covid e i terroristi.
Il Governo italiano invece, mentre aiuta Macron a blindare la frontiera francese, riapre indiscriminatamente i porti, vara sanatorie-calamita e cancella i decreti sicurezza.
A colpi di misure ideologiche, le sinistre al governo ci stanno isolando dal resto d’Europa!”
Annamaria Bernini

In dieci mesi, il Governo non ha garantito nè la salute nè la sicurezza.
“Il modello italiano? Eccolo: chiudi qua, chiudi la’, lockdown 1, 2, 3, zona rossa, arancio, gialla. Quindi? Abbiamo più morti (oggi 993, dicono), nessuna strategia per ricreare la medicina territoriale, debiti su debiti, economia sottoterra, tempo perso, forse qualcuno ci darà il vaccino.
L’ideona era questa: vi togliamo le libertà e vi diamo la sicurezza e perfino la salute.
‘Sìiiiiiiiiiiiiii, bravo, andrà tutto bene’.
Risultato: ne’ libertà, né sicurezza.
La cultura politica italiana, anzi, la cultura e basta, è roba da circo, anzi, da cimitero”.
Giancristiano Desiderio

E molte domande nascono spontanee. Giustamente. Lungi dal pensare male, ma intanto una serie di cose non quadrano.
“Siamo sicuri che tutti i morti “per covid” siano davvero deceduti a causa del virus?
La percentuale di mortalità è dello 0,4%, tale da rendere inspiegabili certi dati quotidianamente sparati in concomitanza con i nuovi Dpcm.
C’è da pensare che le cifre vengano gonfiate per giustificare le misure, specie quelle demenziali di Casalino-Conte-Zingaretti-Speranza.
In effetti, si tratta di occupanti, provenienti dal pianeta dell’imbroglio, che, senza poter agitare lo spettro del covid-19, avrebbero il terrore e la certezza di dover tornare a contare quel poco che valgono”.
Giancarlo Lehner
La vanagloria ha preso il posto della competenza. Un incubo che dovrà finire e qualcuno dovrà renderne conto.
“Ecco fatto: segregati in casa per tutte le feste, anziani abbandonati, turismo demolito, nazioni confinanti strapiene di sciatori, decessi fra i più alti del mondo, e lo saranno ancora per settimane.
Strillate per i morti negli USA? Il rapporto di popolazione fra noi e gli americani è di 5,5. I nostri 993 che abbiamo perso ieri fanno in proporzione 5.461 poco più del 50% degli USA!! Lo sapete quanti giorni di scuola hanno fatto i liceali della Campania dal 4 marzo scorso ad oggi? 14.
Tutto questo perché il Governo non è stato in grado di gestire la seconda ondata che loro stessi avevano previsto. Continuano a chiamarla EMERGENZA, a quasi un anno dall’inizio della pandemia. Chiamiamola con il giusto nome: INCOMPETENZA. I Covid hospital della Fiera di Milano e di Civitanova Marche sono pieni da settimane (purtroppo) ma erano inutili giusto?
Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare l’unica parola che dovrebbe pronunciare: scusateci”
Guido Bertolaso

Definire giusto tutto ciò che sta facendo il Governo ha lo stesso squallore dell’imponente emotivo, che di fronte a un’eruzione vulcanica inarrestabile fa spallucce e dichiara che è tutto sotto controllo, che lui con la lava ci costruisce casa.
Dieci mesi sono dieci mesi. Finiamola di adagiarci sull’idea del “normale siamo in pandemia”, del plausibile, perché se così fosse staremmo benissimo, non su un piedistallo lavico, non un surrogato ad una demolizione interiore che non si vuole vedere.
Mai vista tanta codardia e deresponsabilizzazione.

 

Redazione

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