Città Metropolitana Napoli

Sicurezza a Napoli, il ministro Lamorgese in prefettura

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Ha partecipato al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica ed è intervenuta alla sottoscrizione dell’Accordo per la sicurezza partecipata

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, si è recata oggi alla prefettura di Napoli.

Due gli appuntamenti: alle 10.30, alla presenza degli organi di informazione, la sottoscrizione dell’Accordo per la promozione e l’attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della Città di Napoli, insieme al presidente della Regione Campania, Vincenzo De luca, al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e al prefetto di Napoli, Claudio Palomba e, alle 11.30, la partecipazione al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con i vertici della magistratura napoletana, in cui si discuterà della situazione della sicurezza nell’area metropolitana.

«Un accordo importante – ha commentato la titolare del Viminale all’esito della sottoscrizione – che introduce un metodo di lavoro di condivisione di scelte e obiettivi, mettendo tutti gli attori e le istituzioni attorno allo stesso tavolo per fare la loro parte in uno spirito di condivisione».

In occasione della sua visita, il ministro ha rilasciato una intervista, questa mattina, al quotidiano “Il Mattino” di Napoli.

«La cooperazione tra le Istituzioni e con le diverse componenti della società civile è un modello non solo possibile, ma, direi, indispensabile» ha detto il ministro parlando del Patto per Napoli, ideato anche per perseguire l’obiettivo di superare l’indifferenza di molti rispetto alla camorra.

Affrontando il tema del crimine minorile Lamorgese ha sottolineato come il fenomeno «non può essere considerato un fatto esclusivamente delinquenziale ma va inquadrato nel contesto più ampio del disagio giovanile, caratterizzato, soprattutto in alcune aree, da povertà educativa, disagio sociale, dispersione scolastica, affermazione di modelli sbagliati e devianti».

«La risposta quindi, – ha evidenziato -, deve incidere su questi stessi fattori prima ancora che consistere in aspetti di natura repressiva. In questo quadro, l’Accordo per la sicurezza urbana prevede azioni congiunte di tutti gli attori in campo: le agenzie educative, i servizi sociali del territorio, le Asl, gli organi giudiziari competenti, gli operatori economici del mondo delle discoteche e dei locali notturni».

 

Redazione

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