Casa Surace, la verve del Sud trionfa sul palco dell’Italian Movie Award 2017
Ironia, inventiva e naturalmente tanta bravura, contraddistingue i ‘Casa Surace’, giovani intraprendenti, divenuti in breve tempo star del web.
Con il loro canale mediatico Simone Petrella (Autore, Regista, Montatore) ; Alessio Strazzullo(Autore, Direttore della fotografia) ; Daniele Pugliese (Autore, Organizzatore generale, Attore) ; Andrea Di Maria (Attore); Bruno Galasso (Attore), Riccardo Betteghella (Attore); Pasquale Di Maria (Aiuto regia, Produttore); Beppe Polito (Produttore, Scenografo, Attore); Luca Andresano (Amministratore); Paolo Petrella (Musicista), raccontano realtà e paradossi della vita al Sud, che reputano ricca di sorprese e naturalmente più divertente di quella “nordica”.
Il Presidente dell’Italian Movie Award-International Film Festival Carlo Fumo, li omaggia con l’uomo vitruviano, quali rappresentanti delle “radici” della nostra Terra, tema cult di questa edizione della kermesse del cinema.
– ‘Casa Surace’, da dove nasce questo nome singolare?
Tutti i ragazzi che fanno web inizialmente devono lavorare (per almeno tre anni nel nostro caso) da casa. E’ successo a noi. Fuori dall’appartamento in cui vivevamo c’era la targa del sig. Surace, il precedente inquilino, che noi non siamo mai riusciti a togliere. Tutti ci venivano a trovare a ‘Casa Surace’, per cui quando dovevamo darci un nome abbiamo propeso per quello che già ci identificava naturalmente!
– Come è nata l’idea di lavorare sul web?
Ci siamo detti: “Tutti lo fanno, perchè non proviamo anche noi”. Fino a un anno fa abbiamo continuato a girare nella cameretta dove vivevamo. Mentre si girava c’era chi cucinava, chi si faceva la doccia, poi dopo un po’ il progetto è andato bene; abbiamo lasciato casa che è diventata ufficio. Qualcuno di noi ancora ci dorme, però siamo cresciuti.
– Il tema di quest’anno è ‘Radici’ e voi rievocate le tradizioni del Sud. Il vostro lavoro quanto è importante per rivalutare la nostra cultura?
In realtà giochiamo su degli steriotipi… poi chi è intelligente capisce il nostro lavoro, che è un tentativo di unione dello stivale. Parliamo in particolare di un tipo di ragazzi che sono quelli fuori sede, o quelli che hanno nonne, mamme, gente che li chiama per sapere se ha mangiato e facciamo dei passaggi per raccontare l’Italia unita dalle ricette ad esempio. Cerchiamo di raccontare solo le differenze del Sud che fanno ridere.
– Come guardate al successo conquistato?
Capita che quando guardiamo i nostri video stiamo sempre mangiando (perchè li pubblichiamo alle 13.00); ci sediamo a tavola e dopo due ore capiamo come è andata. In realtà il successo è essere spontanei sia nella vita comune che attraverso il video. Il web è molto diretto: quello che sei, quello passa. A chi vuole fare web consigliamo di lavorare con semplicità.

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.